Prof. Marco Angiolucci - Specialista in Ostetricia, Ginecologia e Radiologia

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IMPORTANZA DEL GINECOLOGO-RADIOLOGO PER LA SALUTE DELLA DONNA 


L’enorme progresso tecnologico nel campo dell’imaging diagnostico degli ultimi decenni ha consentito di approfondire le principali patologie al fine di tutelare al meglio la salute della donna.
Ne abbiamo parlato con il prof. Marco Angiolucci, Ginecologo, Radiologo, Ecografista.

LA FIGURA DEL RADIOLOGO

Nella storia della medicina, La definizione di Radiologo è sempre stata quella del Medico Chirurgo Specialista che utilizza le radiazioni ionizzanti. Una definizione per certi versi anacronistica, considerato il fatto che, già dal secolo scorso, le radiazioni ionizzanti non rappresentano più l’unica forma di energia utilizzabile per ottenere immagini diagnostiche.
Dalla fine degli anni Settanta in poi, oltre alla radiologia tradizionale e alla Tac, si aggiungono infatti nuove tecniche di diagnosi, come la Risonanza Magnetica ed Ecografie che non emettono radiazioni ionizzanti e che, di conseguenza, sono esami ripetibili e integrabili in qualunque momento all’esame clinico. Il Radiologo oggi è quindi una figura fondamentale che assiste altri specialisti nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi, fornendo e interpretando immagini di organi e tessuti interni al corpo. Ogni specialista oggi sa che solo con le proprie mani e con la propria conoscenza non può fare molto e necessita pertanto di far parte di una realtà multiprofessionale. In un’ottica di prevenzione, anche la figura del Ginecologo, da intendersi come “Medico della Donna”, che si occupa di tutte le patologie ginecologiche, oggi deve quasi sempre integrare l’esame clinico con la diagnostica di imaging, o lavorando in stretta collaborazione con il Radiologo, o avendo egli stesso -come nel caso del prof. Angiolucci- una specializzazione in Radiologia.
L’uso integrato e corretto di più metodiche (clinica e imaging diagnostica) consente anzitutto una buona prevenzione della salute della donna.

Prevenzione tumore ovarico e tumore endometrio

È molto importante l’uso integrato di più metodiche. Nell’età fertile, dai venti ai quarantacinque anni, gli esami principali sono la visita clinica e l’ecografia transvaginale, per la prevenzione sia del tumore ovarico, intesa come diagnosi precoce, sia del tumore dell’endometrio. “Il tumore dell’ovaio è il tumore killer- spiega il prof. Angiolucci- perché cresce ed è asintomatico. A meno che non si abbia la fortuna di intercettarlo, grazie all’esperienza e alla bravura di un ecografista che riesce a riconoscerlo, il tumore ovarico in fase iniziale viene spesso confuso con un follicolo, o un normale corpo luteo, o a normali movimenti mensili dell’ovaio. Ecco perché in molti casi la malattia viene diagnosticata quando è in fase già avanzata.”

Prevenzione tumore cervice

Al contrario di quella dell’ovaio e dell’endometrio, la prevenzione del tumore della cervice deve attuarsi attraverso il pap-test e la tipizzazione virale con un prelievo citologico. “Se si esegue solo l’ecografia, specie a bassa risoluzione- spiega il prof. Angiolucci- un’eventuale lesione maligna non potrà emergere e il rischio è che vada avanti”. “Il tumore del collo dell’utero- prosegue il professore- è quasi sempre correlato alla presenza dell’HPV (Human Papilloma Virus), una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. Nella maggior parte dei casi, questo causa lesioni benigne e regredisce spontaneamente, ma se non diagnosticato può evolvere lentamente verso una forma tumorale.” Gli esami devono essere ripetuti ogni due anni, ma questo deve essere valutato da caso a caso.

La prevenzione del tumore della mammella

La prima causa morte delle donne tra i trentacinque e cinquanta anni è il tumore della mammella e il suo incremento è costante.
Per fortuna, l’aggiunta dell’esame ecografico e della Mammografia ha migliorato notevolmente la possibilità di intervenire precocemente, evitando che la neoplasia possa raggiungere uno stadio avanzato. “Se i controlli vengono effettuati regolarmente-spiega il dott. Angiolucci- il rischio che il tumore progredisca è bassissimo. È fondamentale eseguire la diagnosi quando il fenomeno è infraclinico, ovvero quando può sfuggire all’apprezzamento diretto e in assenza di sintomatologia, non quando la donna lo sente al tatto, perché potrebbe essere troppo tardi”.
Non sempre i noduli mammari sono di origine neoplastica: in molti casi si tratta fortunatamente di lesioni benigne, come cisti e fibroadenomi. È importante consapevolizzare, tuttavia, che rivolgersi agli specialisti quando c’è già il sintomo, bypassando gli screening per la diagnosi precoce, è molto rischioso.
Il dottore prosegue spiegando che il tumore della mammella ci mette sei anni per diventare un centimetro e ciò significa che è costituito da un miliardo di cellule. Successivamente, la sua evoluzione è rapida: impiega statisticamente sei mesi per passare da un miliardo a due miliardi di cellule, raggiungendo una dimensione di due centimetri, motivo per il quale può essere percepito attraverso la palpazione della mammella. Ecco perché è fondamentale il controllo senologico: fino ai quaranta anni si deve ricorrere alla visita specialistica ed ecografia, dai cinquanta ai sessantanove si deve aggiunge la mammografia biennale.
Il professore ci sottolinea infine un dato non trascurabile: “Si tratta del tumore più frequente della donna. Attualmente in Italia si registrano circa 50.000 nuovi casi all’anno. Possiamo dire di aver vinto, perché la mortalità si è appiattita, ma la diagnosi deve essere precoce.”

Gli esami diagnostici a disposizione per la salute della donna

ECOGRAFIA PELVICA TRANSVAGINALE: si utilizza per l’individuazione di fibromiomi e cisti ovariche, per la prevenzione del cancro endometriale e ovarico, per la diagnosi di endometriosi (patologia che interessa il 20-30% delle donne), per il monitoraggio dell’ovulazione e per la diagnosi e terapia della sterilità.

ECOGRAFIA ADDOMINALE COMPLETA: si utilizza per la diagnostica differenziale con le altre patologie extra genitali (reno-vescicali, intestinali, epatiche ecc.) e viene impiegata per visualizzare l’eventuale presenza di lesioni e localizzazioni endometriosiche extra-pelviche.

ECOGRAFIA TIROIDEA: viene impiegata per le numerose interferenze della tiroide con le disfunzioni ovariche.

ECOGRAFIA MAMMARIA E ASCELLARE: questa tecnologia ha aumentato la sensibilità e specificità delle altre più comuni tecniche per la diagnosi precoce del cancro della mammella.

ECOGRAFIA TRI e QUADRIDIMENSIONALE: non si può non menzionare l’immenso contributo allo sviluppo della medicina fetale apportato dall’introduzione di questa tecnologia. Grazie al suo impiego, oggi è possibile la valutazione della morfologia e del benessere fetale, nonché lo svolgimento delle procedure di interventistica Eco- guidata per villocentesi e amniocentesi.

RISONANZA MAGNETICA: si tratta di tecniche di imaging da utilizzare sempre dopo ecografia color Doppler tridimensionale. I principali campi di utilizzo sono tre:

  • Addome e pelvi, per stadiazione endometriosi e tumori .
  • Mammella, per caratterizzazione di lesioni sospette evidenziate da ecografia e mammografia, e per le portatrici di protesi.
  • In medicina fetale per completare la diagnosi di una eventuale malformazione fetale evidenziata in Ecografia.

La possibilità di rivolgersi a professionisti che in un unico centro sono in grado di avvalersi dell’uso integrato di più metodiche di imaging garantisce un completo inquadramento diagnostico.